Anteprima MODO 701
Pubblicato da Susanna il 13/03/2013
Quando The Foundry e Luxology hanno annunciato la fusione, il primo pensiero è stato: come si evolverà MODO per entrare nei grandi studios di effetti speciali? Ecco le prime risposte, con la versione 701 appena annunciata.
In arrivo MODO 701, in anticipo rispetto ai cicli precedenti
I primi cambiamenti dopo la fusione tra Luxology e The Foundry trapelano dall’anteprima di MODO 701, una nuova versione maggiore del software di modellazione, animazione e rendering creato dagli autori originali di Lightwave 3D.
Questa è solo una piccola anteprima e le nuove feature di 701 verranno mostrate nel webinar del 25 marzo e nei prossimi sneak peek video.
La lista delle feature preannunciate è molto breve, ma significativa, e Brad Peebler precisa che è solo un’anteprima delle tante nuove funzioni.
Vediamo cosa è stato preannunciato per adesso.
- Un sistema di particelle, chiamato PPS (procedural particle system)
- Pieno supporto all’audio e un ‘sound channel modifier’, per pilotare direttamente i canali con le forme d’onda
- Miglioramenti nella vista schematica
- Dinamiche in un layer di simulazione dedicato, per isolarle dal resto dell’animazione
- Aumenti significativi nella velocità del render di preview e nelle scene particolarmente grandi
- Un nuovo interprete Python, più veloce
- Rendering su network, server di licenza e supporto per LINUX
Particolare attenzione per studios e effetti speciali in questa release
Salta immediatamente agli occhi come le nuove features vadano a colmare le poche lacune di MODO nella produzione di effetti speciali. Alcune di esse sono evidentemente orientate al mercato degli studios, come il supporto per LINUX, standard di fatto nella produzione professionale, o l’introduzione di un sistema di licenza alternativo a quello tradizionale.
Questa modifica non significa che cambi il sistema attuale di licenza, ma che ad esso si aggiunga come opzione alternativa un sistema che prevede un “license server” che al momento sembrerebbe basato sullo standard dell’industria: FlexLM.
Viene anche fatto notare che la versione LINUX era in sviluppo da prima della fusione, ma che su di essa si sono concentrati gli sforzi degli engineers di The Foundry, che poi passeranno allo sviluppo regolare di MODO.
Il nuovo interprete Python e le scene da ‘VFX’
La presenza di un nuovo inteprete Python riafferma il posizionamento nella fascia professionale, ormai le soluzioni proprietarie di scripting sono state ampiamente superate e Python è diventata la “lingua franca” dello scripting per compositing e animazione 3D.
Anche l’insistenza sulle ottimizzazioni nei confronti di scene di grandi dimensioni rientra nelle necessità della produzione di effetti speciali. Una scena architetturale, sia pure con una vegetazione basata sulle istanze, non è normalmente definibile come “media”, figuriamoci come “grande”.
Invece, i sempre più diffusi set digitali per gli effetti speciali possono mettere in ginocchio anche le più moderne workstation. Una maggiore velocità (e robustezza) nella gestione di asset particolarmente ampi è quindi un requisito essenziale.
Un cambio minore: da ‘modo’ a ‘MODO’
Prima di parlare della più clamorosa delle novità, il nuovo sistema di particelle, vale la pena di riportare un divertente commento di Brad Peebler relativamente al re-branding di MODO, che si è allineato alla style guide di The Foundry.
Nel Modcast dedicato alla 701, Peebler fa una spassosa digressione sulla linea dei prodotti Foundry / Luxology. Tradizionalmente ‘modo’ è sempre stato scritto in caratteri minuscoli, qualcosa che chi ha studiato nei nostri corsi riconoscerà come la tendenza all’understatement che ha caratterizzato il design dell’ultimo decennio.
I prodotti di The Foundry sono sempre stati, invece, in lettere maiuscole: NUKE, MARI, HIERO. Il maiuscolo sembra sempre “shouty” (gridato) e questo vale tanto nel design quanto nella net-etiquette.
Brad Peebler commenta scherzosamente che tra brits (inglesi) e americani, sono gli americani ad essere immaginati come “shouty”. Ma dopo questa battuta riafferma che da ora in poi MODO è interamente maiuscolo per rimanere in linea con gli altri prodotti, anche se il sito Luxology ancora mostra entrambe le versioni del logo. Lancia poi l’hashtag #MODO701 che useremo anche per questo post.
La novità più significativa: i Procedural Particle Systems
E veniamo finalmente al nuovo sistema di particelle.
Si poteva intuire che fosse in arrivo nel momento in cui il rendering particellare volumetrico è stato introdotto nella versione 601, ma quale genere di sviluppo avrebbe visto era un’incognita.
Arrivano adesso i primi dettagli. Il Procedural Particle System è stato progettato direttamente da Stuart Ferguson, chief architect di Modo sin dalle origini e autore del Modeler di Lightwave.
Brad Peebler lo definisce come un sistema basato su “particle rigs”, degli elementari ‘assembly presets’, simili a quelli del sistema di deformazione, da unire alla scena con un semplice drag and drop.
Questo potrebbe sembrare subito deludente per chi vede nei sistemi di particelle uno strumento per Technical Directors e non un effetto preconfezionato, ma sta qui la significativa novità: è possibile adoperare PPS in entrambi i modi.
Aggiungendo un rig, è possibile avere immediatamente un sistema funzionante, a “scatola nera”, che soddisfa le esigenze di chi fa motion graphics o non desidera studiare approfonditamente le dinamiche particellari.
Allo stesso tempo, gli “assembly preset” sono in realtà degli elementi della schematic view che si autocollegano ma restano modificabili. Ed è qui che le cose si fanno interessanti: queste particelle basate su flusso nodale (rule based particles) permettono anche un approccio più tecnico alla produzione degli effetti particellari ed è possibile creare da zero uno schema o modificare quelli esistenti.
È anche possibile scrivere script personali e inserirli nel flusso nodale, questo apre la possibilità ai Technical Director di creare effetti completamente controllati, ad esempio dal comportamento di altri elementi della scena.
Viene menzionato anche un nuovo variation texture layer, per introdurre casualità, probabilmente utile per qualsiasi effetto che debba modificare il comportamente di un sistema di particelle in base a una clip o a una texture procedurale.
Viene anche sciolto il nodo dell’integrazione con le dinamiche Bullet, davvero importante. Sì, i PPS di MODO 701 adoperano le stesse forze di ‘Recoil’ (il nome di Bullet in MODO) e vengono viste dalle particelle in modo da rendere possibile una interazione dei due sistemi.
Ultime considerazioni su questa evoluzione di MODO
Come era prevedibile, il riposizionamento di MODO verso il mercato ad alto livello degli effetti speciali comporta un aumento di prezzo al momento del rilascio di 701, circa 300 dollari in più per una nuova licenza. Ma acquistando MODO adesso, si usufruisce del prezzo attuale e si riceve gratis l’aggiornamento alla 701 quando sarà disponibile.
In attesa di conoscere le altre novità, e in particolare di poter pubblicare una prova sul campo, MODO 701 sembra davvero uno sviluppo interessante per quello che da più parti si considera il prossimo contender nella produzione di CGI per televisione e cinema.
Naturalmente il corso FaiStrada® dedicato a Modo si arricchirà di nuove lezioni non appena la versione 701 sarà disponibile.
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